Nell’ambito dell’edilizia, la sostenibilità si affianca oggi ai criteri tradizionali di sicurezza e qualità dei materiali. In questo contesto, il nuovo Regolamento ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation) e l’introduzione del passaporto digitale dei prodotti diventano strumenti essenziali per garantire trasparenza, tracciabilità e conformità ambientale lungo tutto il ciclo di vita dei materiali da costruzione.
L’Unione Europea, attraverso l’ESPR e l’aggiornamento del Regolamento Prodotti da Costruzione, sta ridefinendo gli standard del settore: ogni materiale dovrà essere concepito, tracciato e comunicato secondo criteri più stringenti e digitalizzati.
Tra le innovazioni più rilevanti c’è il Passaporto Digitale del Prodotto (DPP), una sorta di “carta d’identità” digitale che accompagna ogni componente edile. Questo documento includerà tutte le informazioni rilevanti: prestazioni dichiarate, conformità normativa, dati di sicurezza, istruzioni d’uso e indicatori ambientali. Grazie a questi dati, sarà possibile – ad esempio – calcolare con precisione l’impronta di carbonio di un edificio, aggregando le caratteristiche dei singoli materiali impiegati.
Per produttori e costruttori ciò significa un cambiamento notevole: ogni cemento, laterizio, trave in acciaio o serramento immesso sul mercato UE dovrà essere accompagnato dal proprio passaporto digitale facilmente accessibile, tipicamente tramite un codice scansionabile sul prodotto. In cantiere, un architetto o un ingegnere potrà leggere quel codice QR e ottenere istantaneamente tutti i dettagli sul materiale – dalla resistenza certificata ai contenuti riciclati – assicurandosi così che risponda agli standard progettuali e ambientali richiesti. Questa trasparenza aiuta tutti gli attori della filiera, dai progettisti alle autorità di controllo, a fare scelte informate basate sulle prestazioni e sulla sostenibilità di ogni prodotto da costruzione.
La sfida ora è gestire efficacemente questa mole di dati e renderla fruibile per l’intero ciclo di vita dell’opera. Un edificio può durare decenni: le informazioni digitali sui materiali devono essere disponibili e integre anche a distanza di anni, magari quando serviranno per ristrutturare o demolire in modo selettivo. Inoltre, il sistema deve garantire che i dati del passaporto siano autentici e non manomettibili, perché su di essi si baseranno valutazioni di sicurezza e impatto ambientale.
In questo contesto, soluzioni digitali avanzate come Certiblok offrono un supporto concreto per conformarsi alla normativa DPP. Attraverso la piattaforma Certiblok, un produttore di materiali edili può caricare i propri dati e documenti (ad esempio la Dichiarazione di Prestazione, certificazioni ambientali, schede tecniche) su un cloud decentralizzato basato su blockchain. Per ogni prodotto viene generato automaticamente un QR code pubblico, da applicare sul manufatto o sul suo imballo. Scansionando quel codice, chiunque – dal cliente finale all’ispettore di cantiere – accede subito al passaporto digitale aggiornato di quel prodotto, consultabile via web. Il cloud decentralizzato garantisce che le informazioni restino sempre disponibili e protette: i dati, distribuiti su nodi multipli, non rischiano di andare persi e risultano immodificabili senza autorizzazione. Ciò significa che un certificato di conformità o un’indicazione sulla riciclabilità, una volta pubblicati, rimangono integri e affidabili nel tempo.
Immaginiamo un caso concreto: un pannello prefabbricato in calcestruzzo installato in un edificio oggi porta il suo QR code. Tra 20 anni, al momento della riqualificazione di quell’edificio, il tecnico potrà ancora leggere quel codice e trovare tutti i dati originari su composizione, resistenza e istruzioni per lo smaltimento ecologico del pannello. Questo livello di trasparenza digitale – reso possibile dall’ESPR e implementato tramite strumenti come Certiblok – rende l’edilizia più sostenibile e responsabile, garantendo che ogni materiale “racconti” la propria storia dal produttore al riciclatore finale.
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